Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università "Tor Vergata" di Roma (1993). Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso l'Università "Tor Vergata" di Roma (1998)...continua

La distorsione di caviglia costituisce la principale modalità d’infortunio nelle varie discipline sportive.
I legamenti principali della caviglia sono costituiti dal complesso legamentoso laterale e dal legamento deltoideo o mediale.
Quando si verifica un trauma distorsivo uno o più componenti dei complessi legamentosi può subire un danno. La distorsione se trattata con una semplice immobilizzazione (gambaletto di gesso o tutore di caviglia) ed una adeguata fisioterapia generalmente non lascia conseguenze.
Quando però questi eventi lesivi sono di elevata intensità o vengono sottovalutati, le strutture legamentose riparano male e può restare una instabilità cronica di caviglia cosicché il soggetto può subire delle distorsioni ricorrenti. La distorsione recidivante è un evento frequente negli sportivi. Tuttavia non si deve pensare che queste lesioni interessino solo chi pratica sport a livello agonistico, possono infatti verificarsi anche durante l’esecuzione di azioni o movimenti della vita quotidiana.
L’artroscopia permette oggi di effettuare una diagnosi di certezza e, mediante l’impiego di particolari strumenti chirurgici di alta tecnologia, di ripristinare la fisiologica stabilità della caviglia.
Le lesioni osteocondrali, che comprendono sia quelle del tessuto osseo che della cartilagine articolare, possono verificarsi anche dopo un trauma distorsivo della caviglia.
Queste lesioni, che dal punto di vista clinico si manifestano soprattutto con dolore, gonfiore e limitazione funzionale dell’articolarità, quando sottovalutate possono provocare lo sviluppo di un processo degenerativo artrosico molto invalidante.
La presenza di corpi liberi nella caviglia, che di solito hanno origine da eventi traumatici, si deve sospettare in pazienti che lamentano dolore intermittente, gonfiore e la presenza di uno scroscio articolare saltuario. L’artroscopia permette una diagnosi di certezza e una cura immediata con la rimozione artroscopica dei corpi liberi e la rivitalizzazione del tessuto cartilagineo lesionato.
Nei soggetti che effettuano ripetutamente particolari gesti atletici (calciatori), si possono manifestare degli osteofiti (becchi ossei) nella parte anteriore dell’epifisi distale della tibia dove è inserita la capsula articolare. Questa patologia limita la dorsiflessione del piede ed impedisce un efficace gesto atletico.
Sempre in artroscopia è possibile tramite delle micro-frese limare la protrusione ossea.
L’incidenza di questa patologia, estremamente invalidante, è bassa se comparata con i fenomeni artrosici a carico dell’anca o del ginocchio. E’ comunque molto comune dopo le fratture di caviglia, specialmente quando si consolidano in una posizione non anatomica. Altri fattori predisponenti sono le lesioni della cartilagine. Inoltre l’instabilità cronica può provocare nel tempo, se non trattata correttamente, un processo degenerativo a carico dell’articolazione
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università "Tor Vergata" di Roma (1993). Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso l'Università "Tor Vergata" di Roma (1998)...continua
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Perugia (1990). Specializzazione in Anestesiologia e Rianimazione presso l'Università "Tor Vergata" di Roma (1994)...continua
Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” (2009). Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” (2016)....continua